Eventi
In fase di prenotazione seguire il percorso SONO SOCIO
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Con Massimo de Vita, Daniela Airoldi Bianchi, Naraiana degli Innocenti, Antonello Garofalo, Tancredi Marinello, Antonietta Menna, Pietro Versari
Drammaturgia Nalini Vidoolah Mootoosamy
Luci di Marcelo Seregni
Elementi scenografici di Salvatore Manzella
Costumi curati da Loredana Frison
Fotografo di scena Angelo Fausto Lo Buglio
Regia di Enzo Biscardi
Le case di via Celentano 1 sono state costruite nel 1931: hanno visto quindi i bombardamenti della guerra e i rifugi in cantina, la progressiva scomparsa delle campagne che si dispiegavano tutto intorno per far spazio alle nuove fabbriche, e quindi l’arrivo della manodopera operaia, dal Veneto e dal Sud, che rappresenta la prima ondata di immigrazione dal sud Italia.
Gli inquilini di via Celentano hanno avuto queste origini, fino agli anni recenti, con i nuovi inquilini che arrivano oggi da ogni parte del mondo. Una nuova ondata di immigrazione accompagnata dalle consuete diffidenze e difficoltà che hanno portato a ciò che è via Padova oggi: un quartiere multietnico e colorato nel quale diverse umanità intersecano le loro vite, scambiano culture e costruiscono insieme la vita tra discussioni e, se si riesce, armonia.
La raccolta di interviste, nostra consueta modalità di partenza per raccogliere e raccontare una storia, è riuscita a fotografare questo intero periodo storico ed ha costituito la trama e l’ordito della drammaturgia, affidata a Nalini Vidoolah Mootoosamy (finalista 2024 al Premio Riccione) che – forte della sua competenza specifica nel teatro sociale – ha costruito un copione in cui si intrecciano curiosamente le vicende di una famiglia marocchina che ambisce ad un nuovo alloggio con la vita di un anziano che abita da 70 anni al quarto piano, grande amante della lettura, i cui occhi ormai vedono sempre meno.
Chi conquisterà l’alloggio in assegnazione? Quali imprevedibili alleanze stringeranno in un patto fraterno Omar e Vittorio?
La regia di Enzo Biscardi, che da anni cura la realizzazione di spettacoli nei cortili mettendo in relazione attori e abitanti, tesse legami da balcone a cortile, da finestra a finestra (sì, gli attori entrano nelle case e recitano alcune scene in dialoghi fra finestre e cortile), crea sapientemente la suspence che ruota intorno all’intrigo per avere il nuovo alloggio, libera energie vitali nella grande festa con ballo che chiude lo spettacolo e travolge festosamente attori, inquilini e pubblico.
Uno spettacolo vivace, pieno di vita vera, di storie davvero vissute, di quotidiano che viene visto da una prospettiva più alta e aiuta a considerarlo per come è.
Tanta partecipazione, voglia di raccontarsi da parte degli abitanti. Complessi abitativi spesso dimenticati che diventano protagonisti di loro stesse.
In questa proposta teatrale c’è un quid che va oltre la fruizione di uno spettacolo: c’è scambio di saperi, ricerca di analogie e di diversità specifiche, riconoscimento della propria storia, costruzione di legami sociali che nutrono il bisogno – di tutta la città, certo, ma nelle case ERP più che altrove – di andare oltre il senso di solitudine che pervade la nostra epoca.