Stagione
Marta Annoni, Elisabetta Fraccacreta,
Silvia Minchillo, Ruggero Bonacina, Raúl Iaiza,
Simone Lampis, Stefano Olimpi
Produzione LAUDESI/performning Arts Research Program
Prima rappresentazione all’interno di una Stagione teatrale milanese.
Sette cittadini s’incontrano in uno spazio preparato. Alcuni, in veste di officianti, iniziano a rievocare col canto una storia senza tempo: ci sarà un Cristo, un altro di loro sarà Giuda, una sarà la Maddalena e un’altra Maria di Nazareth.
La paraliturgia era una pratica religiosa diffusa ai tempi di S. Francesco d’Assisi, in cui il popolo celebrava per le strade una liturgia simile (paraliturgia) a quella che si officiava in chiesa, intrecciandola con vissuti tratti dal quotidiano. Ma, appunto, con uno spirito nettamente popolare, vivo e vitale. Il dramma della Passione, sotto forma di stazioni e canti, può riavere ancora inizio grazie a Passio dei Laudesi. La Passione di Cristo diviene qui una metafora senza tempo, di umiltà e compassione per i fuori posto e gli ultimi.
RAUL IAIZA. Argentino, regista e pedagogo teatrale.
E’ stato assistente alla regia di Eugenio Barba all’Odin Teatret (Danimarca) per undici anni.
Dal 2007 al 2017 dirige Regula contra Regulam, progetto ‘Educational’ del Grotowski Institute (Polonia). Come regista ha diretto produzioni e co-produzioni in diverse parti del mondo: Svizzera, Polonia, Argentina, Messico, Turchia, Korea del Sud, Romania, Spagna. In Italia fino al 2010 ha diretto il Teatro La Madrugala. Attualmente è docente presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano.
"Liturgia" popolare, ora, in Italia? Teatralmente interessante?
Perché mai, oggi?
Nessuna delle premesse di questo progetto indicava interesse che non fosse “di nicchia”, legato solo al mondo del teatro di ricerca di matrice antropologica, e il tema – la Passione – poteva addirittura configurarsi come specialistico. Eppure sin dalla prima occasione in cui i Laudesi hanno mostrato PASSIO, la restituzione che il pubblico ne ha dato è stata sempre una sorpresa.
Dalle rassegne teatrali alle comunità famigliari, dalle 'porte aperte' con ospiti in sala ai piazzali delle case popolari all'aperto, qualcosa accade che va al di là delle convenzioni, dei giudizi, delle consuetudini. Un’esperienza teatrale profonda, fuori da ogni logica di consumo (anche di quello culturale).