Stagione
di Pier Paolo Pasolini | con Mele Ferrarini
Musiche dal vivo di Sebastiano Morgavi alla Kora elettrica e percussioni e Niccolò Barozzi Piano/tastiere/campionatore
Foto di Tatjana Todorovic
Siamo un popolo di spettatori. Come possiamo rimetterci in ascolto della poesia? Come ascoltiamo o riascoltiamo capolavori come Le Ceneri di Gramsci o Il Pianto della Scavatrice, che Pasolini compose quando era da poco giunto a Roma settant’anni fa? Ci sintonizziamo dunque davanti al palcoscenico divenuto televisione e il nostro cervello fa “zapping” al cospetto delle Ceneri di Gramsci trasformate in un variopinto spaccato della tv degli anni ‘80 e ’90, in cui la parola poetica diventa carosello, slogan, cartone animato, un pezzo di un documentario sulla vita degli animali o una telenovela. Poi è il momento del Pianto della Scavatrice. Pasolini sale sul palco, ne sentiamo la voce, ne intravediamo la figura. Il suono di una kora, l’arpa africana qui in un’eccezionale versione elettrica, accompagna il viaggio notturno del poeta che attraversa Roma di notte, ma anche di ognuno di noi, nella nostra vita, alla ricerca di un “rosso straccio di speranza”.
Lo spettacolo è accompagnato dalla traduzione sovratitolata delle due poesie